Ora che lo sai? #3 - Oro blu
Sapresti spiegare perché nonostante l’ondata di siccità in Italia, dai nostri rubinetti sgorga ancora acqua? Perché sei invitato a risparmiare acqua, se il problema è altrove? Può il tuo consumo influire sulle risorse idriche altrui?
Parliamo di acqua, una risorsa preziosissima, troppo spesso data per scontata. Lo facciamo insieme a due esperti, Giuseppe Pasquini e Riccardo Teloni, entrambi geologi presso Geomore, spin-off dell’Università di Camerino. Nata nelle Marche, dalla collaborazione tra ricercatori e geologi liberi professionisti, Geomore opera in tutta Italia con l’obiettivo di applicare le innovazioni della ricerca accademica alla gestione del rischio geologico e alla valorizzazione delle risorse terrestri.
Partiamo dalle basi. L’acqua è una risorsa rinnovabile e inesauribile, tuttavia non infinita. Come anche illustrato da National Geographic, solo uno scarso 3 per cento di tutta l’acqua terrestre è dolce. Il restante 97% è acqua salata e oceanica. Per giunta, la maggior parte dell’acqua dolce è inaccessibile, poiché troppo in profondità o intrappolata in ghiacciai, calotte glaciali e strati di permafrost. Alla fine della fiera, solo l’1,2 per cento può essere utilizzato come acqua potabile.
Secondo un recente articolo, il rischio di carenza idrica in Italia non dipende dalle piogge, ma dal malgoverno: pur mettendo in conto i cambiamenti climatici in corso nel pianeta, la questione sarebbe un po’ più complessa.
Giuseppe, come possiamo spiegare questa complessità ai non addetti ai lavori? E ancora, cos’è la siccità? Quando si ha? Quando questa diventa un’emergenza?
Diciamo anzitutto che essere in carenza idrica o in siccità non necessariamente corrisponde a viverne gli effetti. La siccità è infatti intesa come scarso scorrimento superficiale delle acque. Parliamo di siccità quando non piove da lungo tempo, quando abbiamo i fiumi in secca, i bacini asciutti, quindi poca acqua in superficie. Questo è principalmente dovuto alle scarse precipitazioni. Tuttavia, a questi periodi ciclici, quindi naturali, negli ultimi decenni in particolare, si somma anche l’impatto dell’uomo.